Mi sento un privilegiato perché ho scelto di fare questo lavoro. Oggi non ci sono tanti giovani come me, così qualificati.
30 anni fa, a mio padre un cliente commissionava infissi in legno, oggi, io realizzo gli infissi in legno per il figlio. Il mio bisnonno faceva il contadino e nei mesi invernali riparava botti e impagliava sedie. Piano piano il lavoro aumentò e pensò bene di insegnarlo a suo figlio, mio nonno. Il nonno acquistò i primi macchinari e ingrandì la falegnameria iniziando a lavorare in tutta la zona. Mio padre mi racconta sempre di come fu bello vedere crescere i capannoni: per lui significava veder crescere non solo il lavoro ma anche una professionalità conquistata negli anni.
Essere artigiani della tradizione, nel nostro tempo, non è una visione che appartiene al passato ma è avanguardia. Il trasferimento dei saperi non è nostalgia del passato ma è il futuro, è qualcosa che nessuno mai potrà togliermi. L’artigiano ragiona in modo diverso, non è abituato a produzioni standard, cerca di soddisfare le richieste nel modo giusto unendo qualità, tempo ed esperienza. La nostra è progettazione di esperienza. Chi ha un prodotto già pronto tende a vendere quello e, quindi, condiziona anche il cliente. Per noi non è così.
La prima cosa che ho imparato da mio padre è stata la capacità di dare consigli. Molte persone descrivono cosa vorrebbero vedere realizzato ma, non conoscono il processo di realizzazione o il materiale più adatto.
Il nostro è un consiglio importante perché, in fondo, siamo noi che dobbiamo realizzare ed è per questo che non possiamo sbagliare. Sbagliare sarebbe controproducente per noi stessi visto che seguiamo tutte le fasi del lavoro: dalla progettazione al montaggio completo, senza dimenticare, la manutenzione che è la nostra garanzia più importante oltre a tutte le certificazioni che ho voluto acquisire.
Amo questo lavoro ed è per questo che mi piace guardare prima di tutto alla qualità di quello che faccio. Sono convinto che solo così, potrò garantire il mio futuro e quello della mia azienda.
Dimenticavo, io sono Mirko, il più giovane; Carlo è mio padre ed Andrea, mio zio.